sabato 3 novembre 2012

Vermeer a Roma, un esempio di pubblicità ingannevole...

VERMEER 

GUARDA! C'è Vermeer a Roma...!
Peccato sprecarsi nel sottotitolo "il secolo d'oro dell'arte olandese" senza citare neppure in questa occasione la possibilità, reale, di ritrovarsi in una collettiva di artisti più o meno contemporanei a Vermeer che a conti fatti ne fanno la mostra, e non in una personale.
Il fatto di ritrovarsi inebetiti davanti a tutta una teoria di sale, con pannelli molto cool nei colori che andavano dall'indaco all'azzurro al verdino anni 60, dal viola sfacciato all'indefinito e mai ben chiaro color tortora, convinti di trovarsi dinanzi  tutte opere del maestro e solo dopo alcuni secondi alzando lo sguardo sui variopinti pannelli più simili a palette cromatiche che ritrovi nelle mazzette delle tinte del ferramenta...leggi i vari nomi di artisti impressi a stancil e capisci di botto che ti tocca rintracciarle come funghi qua e la le famose tele del pittore....
un pochino questa cosa ti fa incazzare..... e ti senti preso in giro, ma caspita io l'avrei vista ugualmente questa cavolo di mostra, tanto più per visitare il palazzo de  Le Scuderie del Quirinale, dall'interno....e invece loro vogliono prenderci tutti per i fondelli non accennando in minima parte che si trattava di una collettiva!


Manifesto pubblicitario della mostra


La Mostra
Jhoanneas Vermeer, Olandese, assieme ai suoi conterranei sono comunemente definiti Pittori Fiamminghi, ovvero residenti in quella zona geografica detta appunto le Fiandre.
Il termine fiammingo però non sta a connotare solo una provenienza geografica ma sta a designare un genere pittorico fatto di una cura maniacale , minuziosa dei particolari, oltre alla presenza di piante e fiori restituiti in maniera dettagliatissima, come se ci trovassimo a sfogliare un catalogo scientifico di botanica.
Questi pittori influenzarono addirittura l grandi nomi del rinascimento italiano e ne avrete un esempio osservando minuziosamente il prato e la vegetazione tutta, che fa da sfondo al celeberrimo capolavoro di Botticelli , La Primavera.
oppure la meno nota opera di Antonello da Messina, San Girolamo nello studio, dove la dovizia di particolari non è affidata ai fiori e alle piante ma ai suppellettili e oggetti doverosamente riportati su tela, che compongono l'affollatissimo studio del santo.
Le tele della mostra non raccontano né eroi, né divinità classiche,né santi, tranne una solo eccezione, nella fattispecie un opera di Vermeer, Santa Prassede.
L'esposizione ci racconta di gente del tempo, innamorati che leggono sognati la loro corrispondenza, salotti buoni dove fanciulle luterane suonano il virginale, signorotti, in abiti più o meno eleganti ai loro scrittoi ricoperti di tappeti e stoffe broccate. Bambini che giocano con i cani, galline... porte aperte che danno sul giardini affollati di fiori. Secondo la nomenclatura dell'arte del tempo queste tele rientrano in quella che veniva definita pittura di genere, ovvero soggetti, che esulavano dai fatti storici, mitologici o religiosi, ma che rappresentavano nature morte e scene di vita quotidiane, infatti,  per sottolineare la loro subalternità alla grande pittura, queste tele di genere, dovevano essere di piccole dimensioni. L'opera che vedete sul manifesto, è non più grande di un francobollo, davvero piccolissima...e mi sembra quasi che Vermeer abbia preso un pò troppo alla lettera il diktat delle piccole dimensioni!
 ma non temete ce ne sono di più grandi...
Queste tele hanno anche non pochi errori prospettici: gli olandesi si spostavano poco,  entravano poco in contatto con altre culture, e non interessava loro granchè studiare il piano prospettico del quadro, ma sono grandi maestri nella minuzia dei particolari, nel restituire in maniera impressionate e magistrale, la texure dei tessuti, le tende, gli arazzi, gli abiti delle dame appaiono palpabili al tatto, in maniera stupefacente.
Le stesse committenze sono meno pregiate blasonate, ad esempio dei vari Papi e cardinali romani, non sono principi o nobili a fare da committenti, ma membri della borghesia o mercanti, artigiani, negozianti, che raggiunta un'adeguata agiatezza economica commissionavano ai pittori le tele e i soggetti desiderati.
Sono tele da salotto che guardano in altri salotti, occhi che spiano nella vita degli altri, fotogrammi che bloccano attimi delle loro vite, o di ipotetici beniamini delle classi più ambienti, per altro  noiosette, insomma molta molta noia.... mi è sembrato di trovarmi difronte al Grande Fratello... (che tra l'altro non era nato proprio in Olanda?)
la curiosità: constatare che c'era una tela prestata dalla collezione di Sua Maestà la Regina Elisabetta II
momento paradossale, mancava (ovviamente) La ragazza Con l'orecchino di Pela unica opera famosa ai più dell'artista Vermeer,  ma in compenso, c'era una tela con lo stesso titolo, di un altro autore, di dubbia qualità...quindi non se la filava nessuno!
Insomma quando pensi che nello stesso periodo in italia c'era Caravaggio...
titoli come
"Giovane Donna con un piatto di limoni" 
oppure
 "Donna che dà da mangiare ad un pappagallo" 
ti fanno un pò sorridere...
....e poi prendi la via delle scale con le vetrate (progetto Gae Aulenti) e ti soffermi a vedere le sterminate ricchezze archeologiche, rinascimentali, barocche  di Roma e dici, -cazzo per una volta siamo meglio di questi Olandesi-.